L’app di messaggistica crittografata Telegram ha annunciato significativi cambiamenti alle sue politiche di privacy, modifiche che permetteranno la condivisione dei dati degli utenti con le autorità governative in determinati casi. Questo aggiornamento arriva dopo l’arresto del fondatore e CEO di Telegram, Pavel Durov, avvenuto in Francia lo scorso mese.
📉 Modifiche alle politiche di Privacy
Nel post pubblicato lunedì, Durov ha dichiarato che Telegram ora condividerà l’indirizzo IP e il numero di telefono degli utenti con le autorità competenti, qualora si stia indagando su crimini gravi come traffico di droga, distribuzione di materiale pedopornografico e frodi. In precedenza, Telegram limitava la condivisione di tali dati solo nei casi di sospetto terrorismo.
Il token Toncoin (TON), associato a Telegram, ha subito un calo dell’1%, scendendo a $5,62 dopo che la notizia delle modifiche è stata riportata da Bloomberg.
🔍 Le motivazioni dietro le modifiche Le modifiche arrivano in seguito alle accuse contro Durov e Telegram di aver consentito agli utenti di sfruttare l’app per attività illecite. Le autorità francesi hanno sottolineato come l’app fosse utilizzata per traffici illegali e distribuzione di materiale criminale. Dopo il suo arresto, Durov ha promesso di prendere provvedimenti, affermando che trovare il giusto equilibrio tra privacy e sicurezza non è semplice.
Telegram ha anche adottato misure contro i bot e i truffatori, bloccando agli utenti la possibilità di caricare nuovi media.
⚖️ Durov sotto indagine
Al momento, Pavel Durov, cittadino russo che vive in Europa, è in libertà su cauzione, ma deve rimanere in Francia fino alla conclusione delle indagini. L’arresto ha sollevato molte discussioni sul tema della privacy e della sorveglianza. In passato, Telegram è stato nel mirino delle autorità russe, che avevano tentato di vietare l’app nel 2018.
Le nuove modifiche di Telegram rappresentano un cambio significativo rispetto alle precedenti politiche, che avevano posizionato l’app come uno dei baluardi della privacy digitale. Con l’introduzione di queste novità, si apre una discussione importante su come i governi possono ottenere accesso ai dati senza violare il diritto alla privacy degli utenti.